Vogliamo la ciclabile del Carso!

Sabato scorso abbiamo inforcato le biciclette e abbiamo fatto un pezzo del percorso che dovrebbe diventare la futura ciclabile del Carso. Un progetto che giace in un cassetto, bello e pronto, dal 2015, insieme al suo bel finanziamento regionale da quasi 3 milioni di euro. Un progetto che potrebbe contribuire a diffondere il cicloturismo anche nel nostro territorio, che al momento è invece completamente tagliato fuori da questa opportunità per la mancanza di percorsi sicuri, riconoscibili, gradevoli.

Eppure siamo in un punto decisamente strategico: l’incrocio tra la Parenzana (389.000 cicilisti in 1 anno) e la Alpe Adria (148.000 ciclisti/anno). Un turismo, ne avevamo parlato già nel 2021 con Girolibero, che distribuisce ricchezza in modo diffuso sul territorio, che de-stagionalizza l’offerta turistica, che rispetta il territorio, l’ambiente e chi vi abita. Per questo, strade come la Costiera dovrebbero diventare strade turistiche, per dare molto più spazio agli stili di vita attivi e allo stesso tempo ridurre l’incidentalità.

Abbiamo presentato mozioni nella I e II Circoscrizione dell’Altipiano (a firma di Andrej Rismondo e da Cristiana Knaflich) e in Consiglio Comunale (a firma mia e di Riccardo Laterza), perché si chieda finalmente l’avvio dei lavori per la ciclabile del Carso, perché non c’è più tempo da perdere.

Una voglia di ciclabilità complementare a quella di intermodalità. Negli ultimi anni ho viaggiato molto spesso in treno + bici, anche con Bloom appresso. Ci sono alcune criticità che non rendono il treno competitivo rispetto all’automobile privata. A partire dai costi. Per questo nel nostro programma c’è la progressiva gratuità del trasporto pubblico. Altri territori lo stanno già facendo, con risultati eccezionali. Ma soprattutto dobbiamo partire da un’attenzione diversa quando facciamo degli interventi.

Interventi come quello del polo intermodale di Ronchi dei Legionari. Sovradimensionato, caro, illuminato a giorno anche la notte, e senza collegamento con la ciclabile che passa subito oltre il muro della ferrovia. Ora pare che vi sia almeno il progetto per un sottopasso, ma a farlo subito si sarebbe sicuramente risparmiato tempo, soldi e fastidi.

Nel frattempo, abbiamo presentato una mozione lo scorso settembre per richiedere la gratuità del parcheggio per chi abbia l’abbonamento del treno. La soluzione all’accesso nord di Trieste non è una inutile, impattante e insostenibile ovovia, bensì l’ottimizzazione della rete del ferro.

Locandina dell'evento della pedalata organizzata dal Patto per l'Autonomia sul percorso della ciclabile del carso

L’inganno dei “ciclisti pro ovovia”

Le oltre mille firme pro ovovia sbandierante dal gruppo Trieste in Bici (non si tratta neanche di una associazione) hanno sorpreso molte persone. E infatti, è bastata una breve ricerca per capire che si tratta di un vero e proprio inganno.

Ci sono persone che conosco, e che so essere fortemente contrarie all’opera, tra cui perfino Riccardo Laterza, che si sono ritrovate tra i firmatari a loro insaputa. Infatti il titolo originale della petizione, le cui firme risultano per la maggior parte di ben 4 anni fa, era chiaramente incentrato sul liberare il centro di Trieste dalle automobili, non certamente sull’ovovia, che al tempo non esisteva nemmeno nelle fantasie dell’Amministrazione.

Svelato l’arcano, ho temuto di essere anche io tra le firmatarie, e ci ho messo un po’ a verificare se lo fossi. Non è immediato verificare se la propria firma compare, e molte persone non pensano neanche sia la stessa petizione, magari da loro firmata diversi anni prima con un titolo e dei contenuti completamente diversi, e dunque non è venuto loro in mente di verificare.

Si tratta di un trucco becero e scorretto anche dal punto di vista elettorale, dato che tra gli aggiornamenti camaleontici della petizione compaiono anche testi e foto a firma di Daniela Rossetti, candidata al tempo con Azione al Consiglio comunale e ora con il Terzo Polo alle Regionali, pubblicati in piena campagna elettorale.

FIAB Trieste Ulisse (che è una vera associazione, a differenza di Trieste in Bici) invece fa parte della rete di realtà che si batte con il Comitato NO Ovovia contro la realizzazione di questo progetto inutile, impattante, insostenibile. I ciclisti non hanno bisogno dell’ovovia, ma di una città a misura di bicicletta. E anche se fosse davvero utile ai ciclisti, cosa che non è, sarebbe davvero sovradimensionato come progetto.

Noi del Patto per l’Autonomia , che vogliamo – senza trucchi – promuovere la ciclabilità e il cicloturismo, faremo una pedalata lungo il tragitto della già progettata e finanziata ciclabile del Carso, per la quale come Adesso Trieste abbiamo presentato una mozione che richiede l’avvio del progetto.

Ci vediamo sabato mattina alle 10.30 in piazza Borsa, offriamo la colazione a chi viene in bici! Qui l’evento: Bici e boschi: le opportunità da cogliere per lo sviluppo e la tutela del Carso !

Scarica il mio volantino NO OVOVIA!