Anno 2023, conclamata crisi climatica ed ecologica. Il Consiglio regionale vota una mozione pro plastica.
Già: Forza Italia ha presentato una mozione che impegna a dichiarare il consiglio regionale del FVG contrario al provvedimento europeo volto a ridurre gli imballaggi di plastica usa e getta. La mozione è stata approvata a maggioranza, con tanto di sacchetto di lattuga esposto all’aula con toni drammatici, sostenendo che la norma sarebbe devastante per i produttori agricoli.
Ecco: esiste la realtà, ed esistono invece le strumentalizzazioni politiche. La mozione presentata fa parte della seconda categoria.
È strumentale e falso affermare che “la nostra regione risulterebbe addirittura demolita” dal provvedimento. Al contrario investire sulla riduzione dei rifiuti è non solo necessario dal punto di vista ambientale, ma anche opportuno per rendere più competitive le eccellenze locali promuovendo filiere agroalimentari corte, con un rapporto diretto tra produttore e consumatore. Così come è strumentale e falso farne una questione di costi che ricadrebbero sul consumatore, visto che l’insalata nelle buste di plastica come quella sventolata in aula può arrivare a costare l’800% in più di quella sfusa.
La nostra visione per il futuro agroalimentare è quella di microproduttori che si allontanino progressivamente da meccanismi di sfruttamento indiscriminato di risorse umane e ambientali, diventando presidi di tutela del territorio e protagonisti nella costruzione di comunità. Una visione positiva e che facilmente potrebbe diventare realtà proprio grazie alle caratteristiche peculiari della nostra Regione, che infatti vanta già 20 presidi Slow Food, facendo da apripista a una rivoluzione del modello di produzione e consumo che riesca a coniugare giustizia sociale e ambientale. Allo stesso tempo, questo approccio è necessario per salvaguardare i nostri territori più fragili, come il carso e la montagna, aiutando anche a contrastare lo spopolamento delle aree interne, zone deboli dal punto di vista produttivo, ma forti per tradizione e specificità agricole.
Tutto questo evidentemente non corrisponde alle idee del Governo regionale, che si riempie la bocca di tradizione e cultura locale solo quando questo significa una visione superficiale della realtà, propagandando invece una realtà – è il caso di dirlo – di plastica.
L’ennesimo caso in cui la destra si oppone a un provvedimento per la tutela dell’ambiente. E d’altra parte, quando lo stesso Assessore all’ambiente si esprime sui media con concetti negazionisti della realtà del cambiamento climatico, è poi tristemente naturale che ne consegua un atteggiamento irrealistico e ideologico su temi come questo.
La riduzione nella produzione dei rifiuti è invece una forma di prevenzione in cima alla gerarchia dei rifiuti di cui alle direttive europee: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, altro recupero e solo in ultimo smaltimento. Oltre che da un punto di vista ambientale, ridurre la quantità di rifiuti rappresenta anche un vantaggio per la cittadinanza, che vedrebbe abbassarsi l’imposta sui rifiuti legata ai costi di recupero, stoccaggio, riciclo o incenerimento. Una delle strade per farlo è impedire progressivamente la diffusione della plastica, accompagnando il sistema economico verso forme di sfuso, riuso e vuoto a rendere, che abbatteranno i costi sia per i consumatori che per i distributori.
Ci auguriamo che l’UE tiri dritto con il provvedimento, che andrebbe a risolvere alcune storture che gridano vendetta al cielo, come le mele o le clementine già sbucciate e affettate, impacchettate singolarmente nel polistirolo, magari completamente fuori stagione. Dobbiamo invertire la rotta, prima che sia troppo tardi, dobbiamo farlo a partire dal nostro atto più quotidiano: mangiare.