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Adesso crociere?

Mercoledì 1 marzo, nella sede di Adesso Trieste, si è tenuto un incontro a tema crociere. Quali impatti ci sono per la città? Qual è il bilancio costi/benefici? Qui potete trovare l’articolo relativo all’evento.

Il vero problema che vogliamo affrontare è la visione sul futuro turistico della città, e come questa visione possa concretizzarsi in azioni che consentano una gestione efficace dei flussi turistici. Come è risultato da questo incontro, a noi non piacciono le risposte semplici, e spesso più che risposte troviamo tanti nuovi dubbi con cui amiamo confrontarci, perché non bisogna aver paura della complessità. E l’approccio che usiamo, come vedete, è quello di ragionarci con solide basi di conoscenza, basate su dati e approcci scientifici e non su opinioni o sensazioni. 

Ecco, noi riteniamo che il futuro della città debba guardare alla giustizia ambientale e sociale, anche per quanto riguarda il turismo

Per questo, sarebbe da incentivare un turismo lento, rispettoso del territorio che attraversa, che possa portare benefici in modo distribuito, sia nel tempo che nello spazio, alla cittadinanza. Sì, perché il turismo attivo, quello dei cammini o del cicloturismo, lascia ricchezza in modo distribuito sui percorsi ed è molto meno dipendente dalla stagione: i viandanti non camminano solo in luglio e agosto, de-stagionalizzando il settore turistico. Si fanno meno chilometri, ci si deve fermare più spesso, non ci si può portare dietro molte cose e quindi ci si deve rivolgere all’offerta ristorativa locale. Invece, è bene ricordarlo, le crociere non contribuiscono neanche alla tassa di soggiorno.

Questo non significa vietare il turismo di massa, o mettere al bando l’attracco delle crociere. Ma dobbiamo saperlo gestire e se opportuno e necessario limitare, imparando dagli errori che altre città prima di noi hanno fatto nel volerlo invece accogliere in modo completamente acritico

Le diverse forme di turismo in città devono poter convivere, e farlo in modo rispettoso dell’ambiente e della cittadinanza che nel nostro territorio vive e lavora. In città convivono infatti diverse tipologie di turismo: culturale, congressuale e d’affari, del tempo libero o fine settimana, il crocieristico, il turismo sportivo, di comunità e il turismo lento (cicloturismo, cammini). Alcune di  queste forme hanno mostrato tutta la loro fragilità durante la pandemia.

Le due forme di turismo che non hanno vissuto una crisi bensì sono esplose nel periodo di pandemia sono i cammini e il cicloturismo. Il nostro territorio ha tutte le potenzialità per poter sviluppare questa forma di turismo, che mette al centro la scoperta e valorizzazione delle particolarità locali e identitarie della città e del Carso a piedi. Per farlo, dobbiamo connettere e riqualificare percorsi già esistenti come il Sentiero Italia e la Via Flavia, o la ciclabile del Carso, finanziata con 2,9 milioni di euro dal 2009 ma mai realizzata, sulla quale abbiamo presentato una mozione. Le associazioni di promozione della ciclabilità dicono spesso una frase riguardo alle piste ciclabili o bike lane: “costruitele, e loro verranno”. Una questione quasi fluidodinamica, perché i flussi di persone sono come flussi d’acqua: aprendo un nuovo canale una parte dei flussi si incanaleranno appunto lì. 

Un altro turismo che sta soffrendo anche a causa delle crociere è quello congressuale. Fino a pochi anni fa, la Stazione Marittima ospitava moltissimi congressi da centinaia di persone, che nelle pause pranzo consumavano e spendevano nei locali della zona delle Rive e di Cavana. Il turismo congressuale è un turismo estremamente redditizio, perché le persone solitamente hanno rimborsi spese piuttosto generosi, che andavano ad arricchire i molti locali presenti in zona. Ora, con l’arrivo delle crociere, per oltre quattro mesi non è possibile organizzare congressi alla Stazione Marittima – i congressi infatti sono di solito organizzati con anni di anticipo, mentre l’arrivo delle crociere non è possibile prevederlo con tanto anticipo. Tutte le attività congressuali sono spostate in Porto Vecchio, dove però non c’è nessun locale, nessuna piccola attività, e chi organizza congressi è costretto a portarvi un catering. E’ evidente che finora i locali della zona e il piccolo commercio ci hanno perso molto, visto che i crocieristi sono soliti consumare i pasti sulla nave stessa e scesi a terra di solito si concedono al più un caffè o un gelato. Nel frattempo, una parte delle rive è preclusa non solo al parcheggio (per noi che le Rive siano un parcheggio a cielo aperto e non uno spazio dedicato al tempo libero, allo sport e alla cultura è semplicemente una follia) ma anche al transito pedonale e ciclistico. Di fatto, ci viene portata via un pezzo di città, per accogliere una città galleggiante e inquinante che riversa migliaia di persone in poco tempo, e che nel loro poco tempo di permanenza non hanno certo il tempo di visitare musei, fare acquisti, fare esperienze autentiche. 

Ecco, il problema è proprio questo: il piegarsi a far diventare il centro città una vetrina per turisti distratti, che poco lasciano sul territorio e poco si portano a casa dell’esperienza, creando molti disagi a chi abita la nostra bella città e abbandonando le periferie al loro destino è una scelta priva di qualunque buon senso, che potrebbe portare conseguenze molto gravi.

Abbiamo sentito all’inizio di questo incontro una domanda chiave: di chi è la città? Per noi, la città è di chi la abita. Il che non vuol dire chiuderla a chi l’attraversa, che sia un/una turista ma, mi permetto di aggiungere, neanche una persona migrante. Semplicemente, significa dire che le scelte che riguardano il nostro territorio dovrebbero tenere conto in primo luogo del benessere della cittadinanza e della tutela dell’ambiente nel quale le persone vivono quotidianamente. 

Vogliamo andare nella direzione di un turismo lento, sostenibile, rispettoso. Stiamo lavorando su questo a livello comunale e ci impegniamo a farlo anche a livello Regionale contando in un esito favorevole delle elezioni del 2-3 aprile. Il turismo è uno di quei temi sui quali vogliamo incidere anche a livello regionale, costruendo un futuro migliore per il nostro territorio, con il nostro passo: il passo giusto.

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